Radio Boshi sta diventando qualcosa di magico. Da qualche settimana di fatto sto dialogando in maniera asincrona con alcuni di voi, senza conoscerci, senza paura, senza motivo, parlando a caso di Star Wars, commercialisti, situazioni di imbarazzo, librerie preferite. Ascoltare le storie altrui è una cosa incredibile. Vieni anche tu?
Pensare che tutto questo è nato grazie al Bollettino. Il mio sogno (sognare è gratis!) sarebbe ormai fare un piccolo raduno informale, sobrio, resort in Sardegna, voli da tutta Italia, sponsorizzato Laurent-Perrier e Pringles. Nel frattempo però siamo qui, ci scriviamo, ci parliamo, ci ascoltiamo.
Ciancio alle bande, leggi cosa mi è capitato in questi giorni:
- Louie Mantia è un disegnatore di icone di Portland che seguo su Twitter. Qualche giorno ha lanciato una domanda: What‘s something that seems obvious within your profession, but the general public seems to misunderstand? E un sacco di gente, ma proprio un sacco (qui il thread originale), ha risposto svelando cose molto interessanti, ad esempio il regista di Coco e Toy Story 3 ha risposto «That we record the voices before we create the animation», il che è una cosa pazzesca! Non ci avevo mai pensato, ma forse è quasi obbligatorio fare così per i film di animazione. I disegnatori animano seguendo il ritmo e le inflessioni delle battute. Make sense!
- Ho molto riflettuto su questo bell'articolo di Paolo Iabichino, che apprezza i brand che prendono posizioni su questioni di attualità come le migrazioni e la discriminazione sessuale, usando la pubblicità per prendere una posizione chiara e legittimamente anche fare parlare di se. Si parla della campagna di Benetton con le foto dei migranti appena sbarcati, di Netflix al Gay Pride. Ok, mentre scrivo visualizzo anche l'opinione opposta, ovvero megabrand che sfruttano la sofferenza (della povertà, della discriminazione) per profitto industriale. Effettivamente può avere senso anche questa critica. Boh non so cosa pensare, mi faccio molte domande. Tu che ne pensi? Lasciami un messaggio vocale su Telegram.
- Ho appena scoperto l'account Instagram di BBC Creative, l'agenzia di comunicazione interna della BBC. Non ne avevo mai sentito parlare, non mi ci ero mai imbattuto e scoprire realtà così creative all'interno di istituzioni storiche mainstream mi lascia sempre stupito. Esempi illustri: il costante redesign web e grafico del Guardian, il design system del Governo Inglese, ma anche il magnifico lavoro che sta facendo l'Agenzia per l'Italia Digitale. Ok allora diciamo che nell'ambito emittenti televisive di Stato mi viene da confrontare l'output di BBC Creative con il risultato visivo dell'ufficio creativo interno della RAI (che però ha fatto questi bei bumper, che tutti abbiamo visto, con le forme geometriche — anche se non sono certo che siano opera di un team interno). Su BBC Creative sono capitato seguendo un link su una storia Instagram del mitologico fotografo Martin Parr, che sta lavorando con loro. E già questo era da shut-up-and-take-my-money.jpg. Dacci un'occhiata anche tu.
- Mentre ti scrivo sto ascoltando il nuovo disco dei Soulwax appena uscito, che fighi. Dal momento che siamo su Spotify (cioè sono, ogni tanto penso davvero che tu sia qui di fianco a me), se ti piace la buona musica e il Bollettino Boshi, buone chance ci sono che ti piaccia anche la mastodontica playlist Boshimani, che ormai da tre anni cesello con pezzi (ad oggi 823) talmente belli che stanno bene in qualsiasi occasione: doccia, bicicletta, lavoro, festa, pagamenti via home banking ecc. Ti possono capitare i Bad Brains quando esci da una brutta riunione, oppure i Sangue Misto quando stai preparando da mangiare. Se la «segui» comparirà tra le tue playlist e potrai fare bella figura in quelle situazioni quando tutti si vergognano di mettere su qualcosa perché hanno paura di essere giudicati (giustamente). Basta vergogna, metti su Boshimani.
- Ho visto Rachel Bloom parlare della cattura di Adolf Heichman da parte del Mossad in Argentina su Drunk History (che già di per se è una bella web serie). Il video è un mix tra uno sketch e un mini documentario, è stupendo, guardalo.
- Grazie a questo articolo di Smashing Magazine ho avuto la conferma definitiva che il testo segnaposto (placeholder) all'interno dei campi delle form non va bene. Hai ragione, scusa, ogni tanto parlo anche di lavoro, ma ti assicuro che può essere una di quelle cose che tiri fuori durante una cena un po' noiosa per fare vedere che hai mille interessi diversi! «Oh ma lo sapete che il placeholder text nelle form è il male assoluto? Soprattutto se usato al posto di una chiara label che rimane visibile anche dopo che l'utente ha iniziato a compilare il campo! Cioè io, boh, c'è ancora chi lo usa» Silenzio in sala. «Scusate, vado un attimo in bagno».
- Sto morendo di caldo, questo portatile è bollente, tiriamo i remi in barca.
- Ah se hai voglia di ascoltare un uomo che parla al vento vieni a scoprire cosa sto dicendo su Radio Boshi e dimmi la tua se ti va.