Mi piacciono le scatole, cioè mi piace avere delle scatole belle dove conservare e organizzare le cose. Le cose più disparate, gli adesivi, la cavetteria minuta, le vecchie cartoline, piccole grafiche, foto, borse di tela belle e via così.
Le mie preferite da qualche anno sono quelle di cartone (colore avana oppure nere) di Muji. Dovresti vederle, hanno degli angoli precisissimi, affilati quasi. Si aprono un po’ come le scatole dei prodotti apple, opponendo un po’ di resistenza per via del vuoto pneumatico che creano all’interno. Non c’è gioco, non c’è traballamento. La perfezione che vedi solo nei rendering.
Menzione d’onore anche all’Ikea che produce delle altre scatole comodode, certo non esageratamente perfette come quelle di Muji, ma è così che è il posizionamento Ikea sul mercato: economico e carino. Di Ikea ho una grande collezione di quelle di plastica semitrasparente bianca con coperchio e quelle specie di pinzette per chiuderle, ma ne ho anche diverse di cartone, cartone molto cheap devo dire, ma anche qui, ‘fa il suo lavoro’.
La fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo mi risucchiano in un vortice di organizzazione. Non faccio buoni propositi, o meglio, non li faccio alla fine dell’anno ma quando mi vengono in mente. Invece tra Natale e capodanno, come in agosto, quando le rotative rallentano un po’ e l’altoforno viene fatto andare al minimo, voglio fare ordine e pulizia in studio. Comprato scaffale di metallo aggiuntivo, identica alla mia ormai signature libreria sfondo di tutti i miei content (e della mia reale vita lavorativa), e ora ci sto mettendo sopra tutto quello.
Non sai quanto tempo perdo (impiego, dài) ogni volta a pensare a che altezza voglio mettere gli scaffali. Alcuni alti per le cose alte, altri bassi, giusti per i libri piccoli che stanno male altrimenti negli scaffali troppo alti. Ma quelli alti li voglio in basso o in alto? E ad altezza testa scaffale alto o basso? Alla inizio sempre a montarli dal basso, metto il primo scaffale, ci appoggio una scatola o un libro che penso sia giusto che stia lì e lo uso come metro per montare lo scaffale superiore, e via così fino in cima.
Lascio lo scaffale mezzo pieno, mezzo vuoto e lo rimiro per mesi; impilo scatolette, affianco libri, metto un reggilibro. Che soddisfazione mi dà il reggilibro, ma che invenzione geniale è? Quando i libri stanno su bene, lasciando quel bello spazio vuoto preciso di fianco. Senza collassare, senza che un giorno all’improvviso senti BAM, ti pendi un coccolone, poi capisci che era l’ultimo libro della fila in cui non avevi messo il reggilibro. Quel libro resterà sdraiato su quello scaffale per anni, lo sappiamo ormai.
Ma cosa ti stavo raccontando, ah delle scatole. Beh le scatole mi danno molta pace, ma decidere cosa metterci dentro e come organizzarle mi dà invece del filo da torcere. Organizzare le cose per dimensioni, per utilizzo, per data di acquisizione? Le nuove-vecchie grafiche del mercatino per i prossimi contenuti, le cartoline che mi manda Decarola, l’adesivo del bar di via del Pratello, le mine per il portamine che non uso, il mouse col filo da usare quando si scarica il mouse wireless, il panno per pulire lo schermo, la collezione di francobolli d’epoca che mamma mia non vedo l’ora di farti vedere ma non mi devo dimenticare di avere, quel biglietto da visita di Sa’ pesta di Genova che fa la farinata più buona del mondo.
Così finisce con gennaio iniziato ormai da settimane, le rotative e l’altoforno ripartiti a pieno regime e io che sono messo così.
E tu?
Ma veniamo ora all’elenco numerato più organizzato del web:
- Domani inizia il mio corso gratuito Introduzione all’identità visiva in 5 appuntamenti (di sabato dalle 10 alle 12) alla Torre Unipol di Bologna, in collaborazione con Articolture. Vieni anche tu? Iscriviti gratis qui
- ho pubblicato il progetto grafico per il disco di Moltheni Forma mentis dove ho progettato il vinile e il digipack in stile cimitero vagamente art nouveau decadente. Lavorare con Umberto è sempre una figata, tiriamo sempre fuori delle grafiche sfiziose.
- un altro progetto sfizioso che ho pubblicato sul mio sito dopo tanto tempo è l’identità visiva per una gelateria di Imola diretta da uno chef che proviene da un ristorante stellato. La gelateria si chiama Zlè che in dialetto romagnolo vuol dire gelato. Guarda il progetto grafico.
- ho completato la serie di episodi di grafica dal mercatino olandese, in questo video sul mio canale Youtube ti mostro un libro illustrato del 1931, un listino prezzi di una concessionaria auto «Hudson» del 1934, un documento di trasporto delle ferrovie olandesi, il magazine della Philips «Buona ricezione» del 1959, un cartello triangolare della «Castlebeer», una pagina del catalogo di autocarri della «Geesink e figli» del 1925, alcune super etichette di sciroppi del 1925, un cartello rosa fluorescente con scritto «Metà prezzo» in olandese e uno schema tecnico di una radio del 1928. Pregevolissimi!
- per la rubrica Sfoglialibro, dove ti racconto dei libri molto belli provenienti dalla libreria del mio studio, ti ho mostrato:
- il catalogo della mostra Flash Back che ho visto al museo Mauritshuis dell’Aia. La mostra vedeva 16 fotografi olandesi reinterpretare altrettante opere dei maestri olandesi della collezione permanente del museo. Copertina telata in rosa e rosso, con i testi metallizzati stampati a caldo. Il progetto grafico è in stile classico razionale olandese: un solo font con un solo peso e molto spazio bianco. Guarda il video completo (4:28")
- i magazine di due dei musei più belli che ho visitato in Olanda: il suddetto Mauritshuis de L’Aia e lo Stedelijk di Amsterdam. Guarda il video completo (6:02")
- poi vabbè, non ricordo se ti avevo mandato il video televendita del calendario e il relativo video con i fuori onda
- everyday.photo è un progetto fotografico di autoritratti di Noah Kalina, in corso da 20 anni. Guarda le prime foto, e guarda le ultime. Marò.
- su Radio 3 ho sentito un concerto pazzesco di musicisti afghani che suonavano musica tradizionale afghana al festival di Rudolstadt in Germania. Qui c’è il video del concerto. Che trip.
- zty.pe è un giochino online intrippantissimo dove devi digitare sulla tastiera le parole che vedi e tipo esplodono. È carino per cinque minuti.
- no vabbè, questo video è spettacolare, una specie di grafica del mercatino però fatto come si deve. In pratica è un video del Victoria & Albert museum di Londra che racconta i biglietti di Natale illustrati della loro collezione. Stupendissimissimo.
- John Zorn è uno dei sassofonisti più creativi ed estremi dello scenario, e vederlo suonare all’interno della Gagosian Gallery deserta, coi in quadri, le luci, i colori, Babbo Natale, è una bomba atomica.
- La Tate che parla di Cezanne.
- Sono andato in fissa con i video del mio amato Jack White in cui parla dei pedali distorsione per chitarre che produce. Non suono neanche la chitarra, ma senti che suoni. Passerei ore ad ascoltarlo.
- Cicalone è venuto a Bologna a raccontare il degrado della Montagnola e della zona Universitaria. Alla fine comunque Bologna mi sembra ne sia uscita molto dignitosamente (almeno rispetto a Roma, mamma mia)
- Muoio per i video di allestimenti museali, in questo la National Gallery di Londra mostra come stanno allestendo una sala con delle opere del Rinascimento italiano. Cioè immagina di maneggiare un’opera di Antonello da Messina. Io piangerei. Guarda che bei colori, e che bei carrelli!!
- mi piace anche guarda i video di un negozio di hi-fi di Carpi (MO) che si chiama Audiocostruzioni. Sono bravissimi, e mi intrippo con queste televendite di componenti hi-fi stupendi. Guardare e non comprare.
- infine mi ha sconvolto il video di Pietro Morello, un grande content creator, seguilo, mi piace moltissimo come personaggio. È daltonico e in questo video spiega e soprattutto mostra, come vede lui. Non ci volevo credere, praticamente tutto grigio.
- Molti video in questo bollettino, sì, ma la mia vita è così ormai, lavoro e video. A volte queste cose si sovrappongono.
- Per il resto tu, Camila, come te la passi? Fammi sapere qual è il tuo rapporto con le scatole.
- TVB