Cannocchiale. Già, cannocchiale rovesciato. "E poi c'è sempre uno che s'inc***a. Si mette a sc******ar tranquillamente... " Così musicava Paolo Conte, in uno dei suoi primissimi album. Capace più di altri di cogliere la metà oscura della Provincia Italiana, il Maestro di Asti è stato il mio immaginario Virgilio in una recentissima manifestazione di Paese nella Bassa Romagna, dove ho vissuto per 25 anni.

La manifestazione in oggetto non aveva la poesia melanconica delle feste di rione (a prescindere, va da sè, dal colore politico) ma raggruppava iniziative tra loro eterogenee, come una sfilata di moda sponsorizzata da negozi locali e degustazione di vini e prodotti caseari. Suprema, all'ingresso, l'immancabile cotonata in rosso menopausa (Wanda, Iolanda, Cesarina, Nives... che importa?) che ci ricorda che ai suoi tempi si andava fuori soltanto per "balare".

Sensazionali anche gli instancabili sessantenni che sperano (mai delusi) di intravedere sul tappeto rosso un generoso susseguirsi di seni orgogliosi e sederi oscillanti. Superfluo sarà infine sottolineare che l'happening aveva luogo presso un circuito di corsa per go-kart con annessa discoteca. Un po' come dire: donne e motori. Tutto bene. Si tratta della Provincia. E se è vero che a volte emergono perle dal fango, significa che nel fango bisogna pur sempre rotolarcisi un po'.

E restando in attesa delle meritate accuse di snobismo, rifletto in questi termini. "La vita non imita l'arte, imita la cattiva TV".come sostiene Woody Allen in Mariti e Mogli. Mi pare calzante. Non è come guardare da un cannocchiale rovesciato la realtà, cogliendo soltanto l'atto e non il contesto, e seguendo una logica per la quale l'importante è fare, sfilare, presenziare, organizzare, ovunque ci si trovi?

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