Sul blog di Enzo Polaroid, in un pezzo scritto dal fantastico corrispondente londinese Valido, ho trovato una delle migliori descrizioni di un concerto di musica creata e suonata attraverso il computer e le manopole.
"Ho visto i Fuck Buttons: soffrono del solito dilemma degli show di elettronica, in cui i protagonisti dietro i loro mille bottoni che azionano altrettanti suoni precampionati fanno del loro meglio per non sembrare solo due tizi che controllano la mail."

Iniziamo?

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