quasi promosso. Da qui la valenza consolatoria del linguaggio. Stamane andava in onda una puntata intimista di Magnum P.I. Forse l'ultima, quella in cui l'eroe ricorda il padre.

Ora, Magnum sta facendo il bagno da solo e viene avvicinato da uno squalo. Con lucidità ricorda che il padre lo rassicurava dai mostri che temeva da bambino, suggerendogli di dar loro nomi buffi. Lo squalo diventa così Herman, e - in quanto Herman e non più soltanto squalo - funge da compagno di giochi.

Magnum chiude gli occhi, conta fino a 10 ed Herman dovrà nascondersi. Funziona, ok. Ma qui la terapia è il valore dell'insegnamento, della memoria, al limite dei nervi saldi, ma non del linguaggio.

Perchè Herman sarà anche Herman ma se ti vuol staccare una gamba, lo fa. Se lo chiami Bambi non diventa un cerbiatto. Oppure si. Ma se doveste incontrare un cerbiatto in mare con una pinna sul dorso e tre file di denti, forse sarebbe meglio ragionare sui caratteri distintivi della specie.

Se poi lo si fa nuotando via veloci, è pure meglio. O no?

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