Come sta andando il tuo dicembre? Io sono carico a pallettoni. Il calendario Boshi 2020 sta entrando in tantissime case, questa cosa mi carica la molla. Quando un progetto vede la luce e inizia a ricevere le opinioni delle persone capisci quali dei tuoi trip erano sensati e quali erano solo tuoi viaggi mentali.
Ho ancora qualche copia del calendario qui in studio che aspetta solo di arrivare nella tua cucina, o nella cucina di tua cugina (perdonami il gioco di parole). Lo puoi acquistare per €15 spedizione inclusa in tutta Italia (ormai non so se ti arriva prima di Natale, ma tanto l’anno è lungo). Lo anche avere a soli € 10 se te lo vieni a ritirare da me, ti basta inserire il codice sconto Me lo vengo a prendere quando sei alla cassa.
Se vuoi entrare nel 2020 col piede giusto non aspettare oltre: compralo subito.
Per il resto ecco l’elenco numerato più conveniente del cucuzzaro:
- Su Telegram ho raccontato un mio incontro particolare con il concetto di Michael Jackson
- Levi’s che usa un font nuovo per il suo logo fa strano
- L’associazione australiana Tomorrow man che aiuta gli uomini a ridefinire la propria mascolinità quando diventa tossica. Ripensare il ruolo delle proprie emozioni, i sentimenti ecc. Una bella intervista, purtroppo è su Facebook
- I dieci migliori video musicali dell’anno secondo Creative Review, mi sono piaciuti particolarmente Unemployed di Tierra Whack e We’ve Got To Try degli immarcescibili Chemical Brothers
- Quante volte, su Instagram, abbiamo visto usare la dicitura «Link in bio»? È l’unica maniera per fare ‘uscire’ l’utente fuori dalla gabbia dorata della app, portarlo sul web. L’unica è fargli cliccare quel link, quell’unico link che Instagram ci mette a disposizione, quello nella bio. Questo articolo è super interessante per capire perché le korporationz® non ci vogliono fare andare nell’open web (spoiler: perché lì non ci possono più kontrollare®)
- Un tale Tom Whitwell ha scritto la lista delle cinquantadue cose che ha imparato nell’arco del 2019, con relativi link: è strabiliante
- Bisognerà mettersi lì a spulciare con calma la lista dei cinquanta migliori album dell’anno secondo Pitchfork
- Mi sono appassionato a tutte le procedure che una delle restauratrici del Moma ha eseguito per preservare dall’ossidazione un dagherrotipo del 1842. Cito: «Due anni dopo l’invenzione della fotografia Joseph-Philibert Girault de Prangey, un aristocratico francese, ha messo insieme una squadra per viaggiare il mediterraneo e produrre più di mille immagini di città, persone e rovine. Questi vecchi dagherrotipi proiettavano l’immagine direttamente su lastre d’argento, come uno specchio che impressionasse il riflesso sulla sua superficie lucida. Come le Polaroid, questi erano oggetti fotografici unici.»
- Sempre sul canale YouTube del MoMA (ma quanto è figo il MoMA, voglio dire, pubblica una marea di contenuti super interessanti creando un pubblico che non è solo quello che visita fisicamente il luogo. Tant’è che io non sono neanche ancora stato a NYC in generale, ma sono un mega fan loro da sempre. Uno dei primi siti che devo avere visitato assiduamente era proprio il loro moma.org. Se conosci delle realtà italiane che comunicano bene me le segnali per favore? Vorrei vedere anche qualcosa di italiano ma non lo trovo), dicevo, sempre su MoMA YouTube ho trovato questo video del comico Steve Martin che insieme a due curatori ha la possibilità di stare a tu per tu con due capolavori di sua scelta dalla collezione, e chiacchierare. Molto bello, anche solo come format. Non si potrebbe mettere per favore un Checco Zalone davanti ad una scultura di Boccioni al Museo del Novecento e registrarlo per cinque minuti? Io lo vorrei. Ah, nella diatriba Checco Zalone sì Checco Zalone no, io sono dalla parte del GENIO ASSOLUTO e sì, io combatto la tua idea, ma sono pronto a battermi sino al prezzo della mia vita perché la tua idea tu la possa esprimere sempre, OK MA CHECCO ZALONE non si tocca.